Origene di Alessandria

Origene, nato ad Alessandria d’Egitto intorno al 185 e morto a Tiro verso il 253 o 254, è una delle figure più significative della teologia e dell’esegesi cristiana antica. La sua formazione avvenne nella scuola catechetica di Alessandria, tradizionalmente legata a Clemente, e fin da giovane dimostrò un ingegno straordinario. Suo padre, Leonida, morì martire durante la persecuzione di Settimio Severo nel 202, evento che segnò profondamente la sua vita. Origene si dedicò presto all’insegnamento e allo studio delle Scritture. Dopo contrasti con il vescovo Demetrio, si trasferì a Cesarea di Palestina, dove fu ordinato presbitero e fondò una scuola di studi biblici. Durante la persecuzione di Decio, nel 250, venne imprigionato e torturato; non morì subito, ma le sofferenze patite lo condussero alla morte pochi anni dopo.

La produzione di Origene fu vastissima. L’opera forse più imponente fu l’Hexapla, una colossale edizione sinottica della Bibbia ebraica che presentava in colonne parallele il testo ebraico, la sua traslitterazione e le principali traduzioni greche. Questo lavoro, corredato da segni critici per distinguere aggiunte e varianti, rappresenta un’impresa senza precedenti nella storia della critica testuale. Altro testo fondamentale è il Perì Archôn (in latino De principiis), primo trattato sistematico di teologia cristiana, dove Origene affronta temi come la natura di Dio, il ruolo del Logos, la creazione, la libertà delle creature e il significato delle Scritture. Importante è anche il Contra Celsum, una difesa articolata del cristianesimo contro le accuse del filosofo pagano Celso, considerato un capolavoro di apologetica. Accanto a questi scritti si trovano opere di carattere spirituale come il De oratione e l’Exhortatio ad martyrium, nonché un vasto corpus di commentari e omelie, soprattutto su Giovanni e Matteo e su molti libri dell’Antico Testamento, tramandati in buona parte attraverso traduzioni latine.

Il metodo esegetico di Origene si fonda su una visione cristocentrica: l’intera Scrittura, Antico e Nuovo Testamento, trova la sua unità e il suo significato ultimo in Cristo. L’autore distingue diversi livelli di lettura: il senso letterale e storico, il senso morale e quello spirituale o allegorico. Secondo lui, i passaggi più oscuri della Bibbia spingono il lettore a superare la superficie e a cercare un significato più profondo, sempre in accordo con la regola della fede e con il mistero di Cristo. La sua attività filologica, esemplificata nell’Hexapla, mostra una precisione rara per l’epoca: con obeli e asterischi segnalava omissioni o aggiunte nelle diverse tradizioni testuali. Sul piano teologico Origene elaborò una visione cosmologica che insiste sulla libertà delle creature e sulla pedagogia di Dio nella storia. Alcune sue affermazioni, però, lasciarono spazio a interpretazioni controverse: il linguaggio talvolta subordinazionista, la dottrina della preesistenza delle anime e l’ipotesi di una restaurazione universale, l’apokatastasis, suscitarono polemiche e sospetti di eresia.

Nei secoli successivi, la ricezione del pensiero origeniano fu complessa. In Oriente figure come Basilio di Cesarea, Gregorio Nazianzeno e Gregorio di Nissa ne rielaborarono temi spirituali e teologici, mentre Evagrio Pontico sviluppò soprattutto la dimensione ascetica e mistica. In Occidente Girolamo, inizialmente grande estimatore e traduttore, assunse in seguito un atteggiamento critico, mentre Rufino difese Origene traducendo molte delle sue opere. Alcune dottrine furono condannate, prima da un editto imperiale del 543 e poi dal II Concilio di Costantinopoli del 553, ma la distinzione tra il pensiero autentico del maestro e le evoluzioni dei suoi seguaci rimane tuttora necessaria. Nonostante le controversie, l’influenza di Origene attraversò i secoli, lasciando un’impronta profonda nella tradizione patristica e monastica, nella pratica della lectio divina e nello sviluppo dell’esegesi spirituale.

Ancora oggi, la lettura di Origene affascina per il suo equilibrio tra rigore intellettuale e ricerca spirituale. Per lui, il senso delle Scritture non si esaurisce nell’analisi filologica, ma diventa via di trasformazione personale: comprendere la Parola significa lasciarsi cambiare da essa. In questo, il suo pensiero rimane un laboratorio prezioso per la riflessione teologica e per la vita della Chiesa, nonostante le difficoltà interpretative e le ombre lasciate dalle condanne successive.

Nota: i titoli delle opere antiche di Origene ci sono giunti in parte attraverso traduzioni e frammenti, spesso mediati dalla tradizione latina.