L'autolesionismo

L'autolesionismo è un comportamento complesso che può avere diverse motivazioni psicologiche, spesso legate a difficoltà emotive profonde. Le persone che si autolesionano non lo fanno per attirare l'attenzione, ma piuttosto come una strategia di coping (fronteggiamento) per affrontare emozioni intense e dolorose.

Motivazioni psicologiche principali:

  1. Regolazione emotiva

    • L'autolesionismo può servire per alleviare emozioni negative come tristezza, rabbia, ansia o senso di vuoto. Per alcuni, il dolore fisico è più facile da gestire rispetto al dolore emotivo.
    • Il rilascio di endorfine dopo una ferita può temporaneamente alleviare il disagio psicologico, creando una sorta di sollievo immediato.
  2. Evitamento della dissociazione o del senso di vuoto

    • Alcune persone si sentono emotivamente distaccate dalla realtà o hanno esperienze di depersonalizzazione (sentirsi "spenti" o irreali). Il dolore fisico può aiutarle a riconnettersi con il proprio corpo e la realtà.
  3. Autopunizione

    • Chi ha una bassa autostima o prova senso di colpa può usare l'autolesionismo per "punirsi". Questo è comune in persone con un forte senso di autocritica o che hanno vissuto esperienze di abuso o trascuratezza.
  4. Comunicazione e richiesta di aiuto

    • Anche se non è un tentativo diretto di attirare l'attenzione, alcune persone si autolesionano per esprimere un dolore che non riescono a verbalizzare. Possono sperare che qualcuno noti la loro sofferenza e offra supporto.
  5. Bisogno di controllo

    • In situazioni di forte stress o mancanza di controllo sulla propria vita (ad esempio in casi di traumi o abuso), l'autolesionismo può diventare un modo per recuperare una sensazione di dominio su se stessi.

Fattori psicologici e disturbi associati

L'autolesionismo è spesso presente in persone con:

  • Disturbi d'ansia e depressione
  • Disturbo borderline di personalità (DBP)
  • Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)
  • Disturbi alimentari
  • Abuso di sostanze

Ciclo di dipendenza e difficoltà nel fermarsi

L'autolesionismo può diventare un comportamento compulsivo, perché fornisce un sollievo immediato ma temporaneo. Dopo il gesto, spesso emergono sensi di colpa e vergogna, che possono portare a un nuovo episodio, creando un circolo vizioso difficile da interrompere.

Come affrontare il problema?

  • Terapia psicologica: La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la terapia dialettico-comportamentale (DBT) aiutano a gestire le emozioni in modo più sano.
  • Strategie alternative di coping: Scrivere un diario, disegnare, ascoltare musica, esercizio fisico o tecniche di rilassamento possono ridurre il bisogno di autolesionarsi.
  • Supporto sociale: Parlare con amici, familiari o gruppi di supporto può aiutare a sentirsi meno soli.
  • Mindfulness e tecniche di grounding: Aiutano a riconnettersi con il momento presente senza bisogno di dolore fisico.

L'autolesionismo è un segnale di sofferenza profonda e merita ascolto e comprensione, senza giudizio. Intervenire con il giusto supporto psicologico è fondamentale per aiutare chi ne soffre a trovare strategie più sane per gestire il proprio dolore.