L'autolesionismo è un comportamento complesso che può avere diverse motivazioni psicologiche, spesso legate a difficoltà emotive profonde. Le persone che si autolesionano non lo fanno per attirare l'attenzione, ma piuttosto come una strategia di coping (fronteggiamento) per affrontare emozioni intense e dolorose.
Motivazioni psicologiche principali:
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Regolazione emotiva
- L'autolesionismo può servire per alleviare emozioni negative come tristezza, rabbia, ansia o senso di vuoto. Per alcuni, il dolore fisico è più facile da gestire rispetto al dolore emotivo.
- Il rilascio di endorfine dopo una ferita può temporaneamente alleviare il disagio psicologico, creando una sorta di sollievo immediato.
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Evitamento della dissociazione o del senso di vuoto
- Alcune persone si sentono emotivamente distaccate dalla realtà o hanno esperienze di depersonalizzazione (sentirsi "spenti" o irreali). Il dolore fisico può aiutarle a riconnettersi con il proprio corpo e la realtà.
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Autopunizione
- Chi ha una bassa autostima o prova senso di colpa può usare l'autolesionismo per "punirsi". Questo è comune in persone con un forte senso di autocritica o che hanno vissuto esperienze di abuso o trascuratezza.
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Comunicazione e richiesta di aiuto
- Anche se non è un tentativo diretto di attirare l'attenzione, alcune persone si autolesionano per esprimere un dolore che non riescono a verbalizzare. Possono sperare che qualcuno noti la loro sofferenza e offra supporto.
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Bisogno di controllo
- In situazioni di forte stress o mancanza di controllo sulla propria vita (ad esempio in casi di traumi o abuso), l'autolesionismo può diventare un modo per recuperare una sensazione di dominio su se stessi.
Fattori psicologici e disturbi associati
L'autolesionismo è spesso presente in persone con:
- Disturbi d'ansia e depressione
- Disturbo borderline di personalità (DBP)
- Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)
- Disturbi alimentari
- Abuso di sostanze
Ciclo di dipendenza e difficoltà nel fermarsi
L'autolesionismo può diventare un comportamento compulsivo, perché fornisce un sollievo immediato ma temporaneo. Dopo il gesto, spesso emergono sensi di colpa e vergogna, che possono portare a un nuovo episodio, creando un circolo vizioso difficile da interrompere.
Come affrontare il problema?
- Terapia psicologica: La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la terapia dialettico-comportamentale (DBT) aiutano a gestire le emozioni in modo più sano.
- Strategie alternative di coping: Scrivere un diario, disegnare, ascoltare musica, esercizio fisico o tecniche di rilassamento possono ridurre il bisogno di autolesionarsi.
- Supporto sociale: Parlare con amici, familiari o gruppi di supporto può aiutare a sentirsi meno soli.
- Mindfulness e tecniche di grounding: Aiutano a riconnettersi con il momento presente senza bisogno di dolore fisico.
L'autolesionismo è un segnale di sofferenza profonda e merita ascolto e comprensione, senza giudizio. Intervenire con il giusto supporto psicologico è fondamentale per aiutare chi ne soffre a trovare strategie più sane per gestire il proprio dolore.