L'uso di superstitio nell'antica Roma aveva diverse sfumature di significato, a seconda del contesto. In origine, il termine indicava qualcosa come una forma di eccesso religioso o di timore irrazionale verso il divino. In particolare, potrebbe aver indicato un atteggiamento di rispetto o di paura esagerata verso gli dèi, al punto che si superavano i limiti della devozione considerata corretta. Alcuni studiosi hanno proposto che il termine indicasse la credenza in rituali che sopravvivono inutilmente rispetto al culto ufficiale, come una sorta di pratica superstite.
Alcuni significati storici:
Età classica: nell'antica Roma, superstitio era spesso contrapposta a religio, che invece indicava il giusto rapporto con il divino. Cicerone, ad esempio, considerava la superstitio come la degenerazione della religio, ossia un atteggiamento di eccessiva paura e credulità nei confronti degli dèi.
Evoluzione medievale: nel cristianesimo medievale, il termine superstitio cominciò a indicare una forma di credenza irrazionale e priva di basi, legata a pratiche pagane o eretiche. Questo significato negativo della parola si è poi esteso nel tempo, fino a indicare in generale una credenza o pratica senza fondamento logico o razionale.
In sintesi, superstitio ha avuto origine come un termine che descriveva pratiche religiose fuori misura, per poi evolversi in un concetto che designava la credenza irrazionale o infondata.