Il De libertate arbitrii di Sant'Anselmo d'Aosta è un'opera filosofico-teologica scritta intorno al 1085, nella quale il pensatore medievale affronta il tema del libero arbitrio in relazione alla giustizia divina e alla responsabilità umana.
Contesto e Obiettivi
Sant'Anselmo, influenzato dalla tradizione agostiniana e dalla logica della scolastica nascente, scrisse questa opera per rispondere a questioni fondamentali sulla libertà umana, la moralità e il rapporto tra la volontà e la giustizia di Dio. Il testo fa parte di un ciclo di opere anselmiane che includono anche il De casu diaboli e il De concordia praescientiae et praedestinationis.
Struttura e Contenuti Principali
L'opera si sviluppa sotto forma di dialogo filosofico, un metodo tipico della scolastica medievale, in cui Anselmo espone le sue argomentazioni con un interlocutore che pone obiezioni.
1. Definizione di libero arbitrio
Anselmo definisce il liberum arbitrium come la capacità di mantenersi fedeli alla giustizia per la giustizia stessa. Questa definizione è centrale, poiché sposta l'attenzione dalla semplice possibilità di scegliere tra alternative alla rettitudine morale dell'azione.
2. Libertà e necessità
- Anselmo distingue tra necessità assoluta (qualcosa che avviene in modo inevitabile) e necessità condizionata (qualcosa che accade per una causa specifica, ma che potrebbe essere evitato in condizioni diverse).
- La libertà non è semplicemente l'assenza di costrizione, ma è l'adesione alla giustizia.
- Dio è assolutamente libero perché non può peccare: la vera libertà è l’impossibilità di fare il male.
3. Il problema della possibilità di peccare
- Una questione centrale del testo è se la possibilità di peccare faccia parte della libertà.
- Anselmo sostiene che il peccato è una privazione della giustizia, quindi non è un elemento della libertà, ma una corruzione di essa.
- Il libero arbitrio dell'uomo è stato dato da Dio per seguire la giustizia, e quando l’uomo sceglie il peccato, sta abusando della propria libertà.
4. Libertà dell’uomo e del diavolo
- Anselmo utilizza l’esempio degli angeli e del diavolo per spiegare la caduta.
- Gli angeli che rimasero fedeli a Dio mantennero la vera libertà; quelli che peccarono persero la loro libertà e divennero schiavi del peccato.
- Anche l’uomo, con il peccato originale, ha perso la sua piena libertà, ma la grazia di Dio può restaurarla.
Implicazioni Filosofiche e Teologiche
- Il libero arbitrio non è un potere neutrale, ma una disposizione della volontà verso il bene.
- La libertà autentica è quindi la conformità alla volontà di Dio, e non il semplice poter scegliere tra bene e male.
- L’opera anticipa temi che verranno sviluppati nella filosofia scolastica, specialmente in Tommaso d'Aquino e nei dibattiti sul rapporto tra grazia e volontà umana.
Conclusione
Il De libertate arbitrii è un'opera chiave per comprendere il pensiero di Anselmo e il suo contributo al dibattito medievale sulla libertà e la moralità. Egli offre una visione della libertà come aderenza alla giustizia, una prospettiva che avrà una grande influenza sulla teologia cristiana e sulla filosofia morale successiva.