La parola latina deus, che significa "dio" o "divinità", ha un'origine antichissima e la sua etimologia risale alle radici indoeuropee.
Radice indoeuropea: La parola deus deriva dalla radice protoindoeuropea *dei-/dyew-, che significa "brillare" o "risplendere". Questa radice è associata con il concetto di luce celeste o luminosità del cielo, collegando quindi la divinità con i fenomeni naturali del cielo e della luce.
Evoluzione in lingue indoeuropee:
- In sanscrito, troviamo il termine deva, che significa "dio" o "essere celeste".
- In greco antico, il termine corrispondente è theós (θεός), che indica anch'esso "dio".
- Nelle lingue germaniche, la radice dei- ha dato origine a parole come Tiwaz, un'antica divinità del cielo, da cui deriva il nome del dio nordico Tyr.
- Nelle lingue celtiche, si trova la radice dīwos, con un significato simile.
Sviluppo nel latino:
- In latino, deus si afferma come il termine principale per indicare una divinità, sia per il singolare che per il plurale (dei, "dèi"). La forma femminile è dea, che significa "dea".
- La radice dei- è presente anche in altre parole latine collegate, come divus (che significa "divino" o "appartenente agli dèi") e dius, un termine poetico per "celeste" o "luminoso".
Implicazioni culturali:
- La connessione tra la radice *dei-/dyew- e il cielo luminoso riflette l'antica concezione religiosa di associare le divinità ai fenomeni naturali, come il sole, la luce o il cielo.
In sintesi, deus ha radici profonde nella lingua indoeuropea e mostra una lunga tradizione di associazione tra la divinità e i fenomeni luminosi o celesti, evolvendosi poi nelle varie lingue e culture indoeuropee con significati e usi simili.