"I ratti nei muri" (The Rats in the Walls) è un racconto horror di H.P. Lovecraft, scritto nell'agosto del 1923 e pubblicato per la prima volta sulla rivista Weird Tales nel marzo 1924. È considerato uno dei racconti più inquietanti dello scrittore di Providence, un esempio perfetto della sua abilità nel costruire un'atmosfera di orrore cosmico e decadenza ancestrale.
Trama
Il protagonista, un uomo americano di nome Delapore (o de la Poer), è l'ultimo discendente di un'antica famiglia inglese e decide di trasferirsi in Inghilterra per restaurare la sua dimora ancestrale, Exham Priory. Il maniero, abbandonato da secoli, si trova in rovina ed è circondato da leggende oscure. Già durante i lavori di ristrutturazione, il protagonista inizia a sentire strani rumori provenienti dalle mura della casa, simili a quelli di ratti in corsa.
Con l'aiuto di un gruppo di studiosi e archeologi, Delapore esplora il sottosuolo del maniero e scopre una realtà sconvolgente: al di sotto della casa si trova una vasta rete di caverne contenenti ossa umane e animali, resti di un'antica stirpe che si era dedicata a pratiche di cannibalismo rituale. La sua stessa famiglia era stata parte di questo orrore, perpetrando per generazioni il consumo di carne umana.
Di fronte a questa rivelazione, il protagonista perde completamente il senno. In preda alla follia, si lascia sopraffare dai suoi istinti ancestrali e attacca uno dei membri della spedizione, mordendolo e ululando come una bestia. Successivamente, viene internato in un manicomio, mentre il maniero viene nuovamente distrutto.
Tematiche Principali
Eredità maledetta e degenerazione familiare
- Il racconto esplora il tema della colpa ancestrale e della possibilità che le colpe del passato si ripercuotano sulle generazioni future.
Discesa nella follia
- Il protagonista, pur essendo inizialmente un uomo razionale, soccombe alla sua eredità genetica e culturale, trasformandosi in una creatura selvaggia.
Orrore archeologico e ancestrale
- Lovecraft crea un’atmosfera di terrore attraverso la scoperta graduale di un passato inimmaginabile e mostruoso, che sfida la comprensione umana.
Motivo dei ratti
- I ratti diventano un simbolo della corruzione, della memoria oscura che torna a infestare il presente, una metafora della persistenza del passato.
Lovecraft e il razzismo
- Il protagonista possiede un gatto con un nome altamente offensivo (Nigger-Man), un dettaglio che riflette le problematiche razziste dell'autore e che ha portato a numerose critiche moderne.
Influenza e Risonanza Culturale
"I ratti nei muri" è considerato uno dei racconti più riusciti di Lovecraft per la sua costruzione dell’atmosfera, la tensione crescente e il finale sconvolgente. È stato fonte di ispirazione per numerosi scrittori horror e ha influenzato il genere delle storie di case infestate. Inoltre, il tema dell’eredità maledetta e della follia è diventato un leitmotiv del cosmic horror.
Il racconto è stato adattato in diverse forme, tra cui fumetti, giochi di ruolo e ispirazioni cinematografiche. La sua struttura narrativa e il crescendo di orrore lo rendono un perfetto esempio della filosofia lovecraftiana, in cui la scoperta della verità porta inevitabilmente alla follia e alla rovina.